Pur armandosi di una forte dose di buon senso, riesce alquanto difficoltoso spiegarsi per quale ragione una parte consistente dei frequentatori di social si ostina a disputare puntigliosamente su argomenti di cui non sa assolutamente nulla.
Una prima riposta può forse individuarsi nel fatto che, affermando con vigore, e a volte con ferocia, la propria opinione ci si vuol sentire forti e sulla cresta dell’onda. In un mondo mediatico che – proponendo modelli di ricchezza, bellezza e fama irraggiungibili – produce continue frustrazioni[1], da qualche parte bisogna pur cominciare per costruire la propria autostima. Quando non si ha di meglio, lo si fa ora identificandosi con le gioie, i dolori e le angosce di una testa coronata, ora immaginandosi di essere l’eroe di una qualche Resistenza in corso nel mondo, ora pugnando con intrepido coraggio per affermare che le cose stanno come il proprio inarrivabile io scrive sui social, con il necessario corollario che chi si oppone ad una tal verità non può che essere annoverato tra i portatori di pesante deficit cognitivo.