Fra tanto ella esiste ed opera senza direzione nessuna, senza provvidenza, senza esser posta a frutto (opera perché quantunque tutte le istituzioni tendano a distruggerla, la natura non si distrugge, e la natura in un vigor primo e freschissimo e sommo com’è in quell’età) e laddove anticamente era una materia impiegata e ordinata alle grandi utilità pubbliche, ora questa materia così naturale e inestinguibile, divenuta estranea alla macchina e nociva, circola e serpeggia e divora sordamente come un fuoco elettrico, che non si può sopire né impiegare in bene né impedire che non iscoppi in temporali in tremouti ecc.»
(G. Leopardi, Zibaldone di pensieri)