Più che a demolire i monumenti del passato, dovremmo essere più attenti nell’innalzare quelli della contemporaneità. Senso critico e studio della storia fanno progredire la civiltà molto più delle scorciatoie demolitorie. Il passato sta con noi anche quando è duro da portare.
di NANDO CIANCI
Può un monumento essere razzista? E un libro? Una pittura? Una musica? La risposta, per quanto bizzarra (e un po’ provocatoria) possa apparire, sta nel tempo in cui essi vengono eretti o composti.
Lo sono, certamente, se realizzati in un’epoca in cui la cultura e il senso comune hanno acquisito il concetto che l’origine dell’uomo non è poligenica, o perlomeno non lo è nel senso (che in passato ebbe sostenitori illustri) che la “razza” bianca discenderebbe da Adamo, quella nera da Caino o Sem, quella rossa da Lamech, quella ebrea da Cam. Con una conseguente gerarchia che giustifica il dominio di una razza sulle altre.