Classi dirigenti che dovrebbero governare cambiamenti epocali si rivelano spesso incapaci persino della piccola manutenzione quotidiana. Mentre nel senso comune sembra prevalere una sorta di nichilismo passivo. E molti intellettuali preferiscono le luci della ribalta alla fatica dello studio. Ma anche l’umanità, come la natura, conosce i suoi cataclismi. Quel che ne uscirà dipende anche da ognuno di noi.
di NANDO CIANCI
Cataclismi come quelli abbattutisi su Venezia, Matera e tante altre località, meno simboliche ma altrettanto vive, ci danno l’idea di una totale perdita di controllo dell’uomo sulla natura. Un controllo che, per la verità, non è mai esistito. Da milioni di anni la Terra conosce avanzate e ritiri di ghiacciai, espansioni e riflussi delle acque del mare. Il che non vuol dire che l’azione dell’uomo sia ininfluente sul clima. Quel che sta caratterizzando gli attuali cambiamenti climatici è un’accelerazione mai prima riscontrata, certamente frutto, almeno in parte, della vorticosa velocità che stiamo imprimendo a tutti gli aspetti del vivere umano e che comporta inevitabilmente uno sfruttamento dissennato delle risorse naturali.