Il calcio tra finti strepiti e "tavolate vere". Come dire che cane non morde cane.
di WALTER NERONE
Ne hanno dette e fatte di tutti i colori contro “lo strapotere” bianconero, gli arbitri compiacenti e i giornalisti “servi”, ma poi nel momento della scelta decisiva chi sono stati i primi a schierarsi al fianco della società degli Agnelli? Galliani e AdL, Napoli e Milan, naturalmente. La mattina urla contro la “dittatura bianconera” per un fuorigioco dubbio, la sera a tavola insieme per prendersi la fetta più grande della torta da1000 milioni di diritti Tv.
Già, perchè la santa alleanza (Juve, Inter, Milan, Roma, Napoli e Fiorentina) che ha di fatto impedito l'elezione del nuovo presidente di Lega si è formata non intorno a progetti tecnici o riforme ma alla spartizione dei diritti Tv. Le grandi contro le piccole, che chiedono risorse in più per la quota solidaristica e il cosiddetto paracadute (soldi a chi retrocede per rifarsi di quelli sperperati in bidoni o superstipendi).
In effetti una revisione degli accordi sarebbe utile ma per migliorare il prodotto serie A in generale (abbonamenti pay Tv in calo e spettatori in fuga) non per favorire questa o quella fazione. Ma certo è singolare vedere Milan e Napoli schierati con la Juve. Modificando i parametri attuali, infatti, è vero che le “sei sorelle” recupererebbero una parte dei 200 milioni della quota bacini e tifosi ma se Napoli e Roma ne otterrebbero 3 o 4 la Juve ne avrebbe la fetta più ricca (circa 15). Quindi aumenterebbe ulteriormente il divario di budget fra i bianconeri e tutti gli altri. De Laurentiis e Galliani però si accontentano.
Del resto, per spiegare i dieci punti di distacco un arbitro da dare in bocca ai tifosi si trova facile..