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L'OMBRA DELLA SERENITÀ

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OMBRA PANNIMARTA1«Era bulimia, l’ho capito subito. Era ansia di star fermi. La necessità di essere produttivi notte e giorno che se messa in crisi porta a pensare di non essere utili».

         di MARTA VIOLA

Un’immagine di questo anno particolare, mi è stata chiesta.

Utilizzo il mezzo fotografico per comprendere ciò che accade dentro e fuori la mia persona.
È così da diversi anni, questa “pratica” diventa sempre più consapevole ed io più curiosa della sperimentazione da mettere in atto.
Conoscevo bene l’isolamento, per queto forse non mi sono precipitata a fotografarlo.

Sono rimasta a guardare, molto a lungo e con calma, cosa provocava la nuova situazione.
In me, che a certe abitudini ero già abituata, e negli altri, completamente sradicati dal loro rassicurante tran tran.
Ho visto sfilze di immagini della realtà circostante, progetti e iniziative, pareri e prospettive.
Era bulimia, l’ho capito subito. Era ansia di star fermi. La necessità di essere produttivi notte e giorno che se messa in crisi porta a pensare di non essere utili.
Invece bisogna esserci, mostrarsi e mostrare la propria visione del mondo, affermare un punto di vista. A voce o con le immagini.
Non si è trattato solo di documentazione, ho visto davvero smania di essere visti in un momento in cui siamo diventati piccoli e insignificanti di fronte al virus.

La mia posizione in questo panorama è stata quella di accettare il momento di pausa dal caos artificiale creato dall’uomo. Penso che l’esempio migliore sia percorrere una strada, invece di indicarla e basta.
Non ho sentito l’esigenza di scattare fotografie, ma ho sentito l’esigenza di prestare attenzione a tutto.
Prima di fotografare devo sempre guardare molto. Vi potrà sembrare paradossale, ma se inizio subito a posizionare la macchina fotografica tra me e il mondo non mi concentro davvero su quello che c’è.
Prima devi starci un po’ dentro alla realtà, per poterla conoscere ed esprimere a tuo modo.
Quindi niente progetto sulla pandemia, sull’isolamento e su qualsiasi aspetto collegato a questo sentire.
Solo qualche immagine sparsa, quando me la sentivo, di scorci diventati amici perché assaporati tanti giorni di fila con le sfumature diverse di quel momento particolare.

Ne vorrei condividere una, guardarla ancora adesso mi infonde serenità come quando avevo davanti il soggetto: l’ombra dei panni stesi.

Onorata che questa immagine sia stata selezionata tramite call e pubblicata nel volume Quarantine flavour edito da Yogurt dopo il lickdown.

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