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LA LIBERAZIONE DELLA CHIESA..

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Mario SettaUna lettera “di preti a preti” che rivendica la Verità evangelica come libertà assoluta: «Cristo non ha parlato teologicamente, ma umanamente».

                                     

      di MARIO SETTA

 

Carissimo quarto prete e altri che ci auguriamo leggano questa lettera, ti diciamo subito che noi siamo tre.
Tre preti nella diocesi di Sulmona che abbiamo vissuto le stesse sofferenze, gli stessi rimproveri, le stesse punizioni. E siamo rimasti tre uomini, allontanati dal servizio religioso, ma impegnati nel servizio civile.
Con i vari vescovi che si sono avvicendati in questa diocesi, i nostri rapporti sono stati deleteri. Trattamento da nemici.
Vescovi padroni e preti schiavi che rifiutavano e combattevano la schiavitu'. La chiesa come una madre-sacrilega che uccideva i figli più cari.
Avevamo scelto la via più vera e difficile e ne uscivamo da reietti.
Fuori dall'istituzione, ma felici e liberi di essere come gli altri, senza favori ne' privilegi, provenienti dai simboli di classe del ruolo sacerdotale segnato da un banale "don", guadagnandoci da vivere, fiduciosi che altri preti potessero scegliere la nostra strada per essere uomini tra uomini, fratelli tra fratelli.
Ma anche liberi cittadini italiani incorrevamo nelle sanzioni canoniche sancite dalla Costituzione Italiana del 1948 che recepiva le norme disumane del Concordato fascista del 1929.
Fortunatamente nel 1984, col nuovo concordato craxiano, venivano aboliti i provvedimenti punitivi nei confronti dei preti cacciati dall'istituzione cattolica.
Il nostro impegno quotidiano e' stato ed e' la difesa dei valori umani e cristiani, il rispetto e l'elevazione della persona, impegnati come siamo nello sforzo educativo e formativo dei giovani.
Abbiamo creduto a Gesu' Cristo e al suo Vangelo, ma non abbiamo obbedito ai suoi traditori. Abbiamo letto, studiato, praticato la parola di Dio e ne siamo rimasti colpiti, affascinati.
Abbiamo accettato le punizioni con calma e spirito di tolleranza.
Ma abbiamo rinsaldato le nostre convinzioni, allontanandoci spesso dai dogmi ecclesiastici che sono imposizioni, mentre la Verita' evangelica si afferma con liberta' assoluta. Crediamo che Cristo sia venuto al mondo per offrire esempio di amore, e non per "redimerci" (verbo inesistente nel Vangelo e sconosciuto a Gesu' Cristo) da un peccato originale mai esistito, come quello di Eva. La teologia non e' altro che un complesso di falsita' inventate per tiranneggiare l'umanita'. Cristo non ha parlato teologicamente, ma umanamente. Non ha inventato dogmi e neanche sacramenti, creati dall'organizzazione chiesa. Il suo battesimo e' un gesto di solidarietà e di amore, perche' la salvezza e' per tutta l'umanita' . Cristo: esempio e messaggio per l'intera umanita', e non unicamente per i battezzati e aderenti ad una associazione che si definisce Chiesa, assolutamente anticristiana per essere barriera chiusa agli avversari.
Mentre il comandamento di Cristo rivolto a tutti risulta semplice, quotidiano, eterno: "Amatevi gli uni e gli altri". Solo questo l'obiettivo, unico e universale. Nient'altro.
Noi, giunti all'eta' di confine tra la vita e la morte, tentiamo di esprimere le ultime volonta': la conversione al Vangelo della Chiesa e la realizzazione della fratellanza umana.
Accettiamo di condividere la linea pastorale di papa Francesco, ma chiediamo che il papa guardi finalmente se stesso, non ipocritamente come suole lo stile gesuitico, ma realisticamente, come e' richiesto oggi dalla situazione mondiale, sotto la grave minaccia d'un virus che non salva nessuno.
Noi abbiamo un grazie da presentare all'universita' dei gesuiti per averci formati e aiutati nel passaggio all'universita' statale e riconosciamo che tra loro ci sono stati maestri straordinari che ci hanno aperto le porte della liberta', aprendole innanzitutto a se stessi.
(Mario, 85; Raffaele, 80; Pasquale, 75)